Le urla dell'Eavesman di Onfray

Così Onfray lesse un libro che rivelava il tessuto di Ernst Jünger... Michel Vanoosthuyse: Fascisme et letteratura pure .
Rivela – ci dice sempre l'autoproclamato filosofo della sensualità – che Jünger è sempre stato un fascista e che ha passato anni, gran parte della sua vita, mezzo secolo, a cancellare le tracce di quegli anni fascisti. Chi si è confrontato con Ernst Jünger, anche da lontano, non può che sorridere a queste dichiarazioni. Ernst Jünger che fabbrica la sua vita per i posteri è grottesco. Jünger è sempre stato l'antitesi di questo personaggio machiavellico che Onfray credeva di aver scovato nel corso di un libro. Alla fine rendersi conto che questo libro di M. Vanoosthuyse è stato pubblicato da edizioni Agone ha finito per farmi sorridere, si poteva sperare che M. Vanoosthuyse dedicasse più tempo a imparare da Jünger che a condurre una caccia alle streghe intorno a sé. La quarta di copertina è dunque singolarmente priva di ispirazione poiché si conclude con queste parole: “ciò che copre l'ingresso di un autore con un passato fascista nella letteratura 'pura'. “Kesako? Jünger sarebbe l'unico autore di destra (riassumo qui il pensiero di questi signori di sinistra che danno un sì o un no al fascista) ad entrare nella letteratura? Che cos'è la letteratura pura? Letteratura di sinistra? Si parte male per le edizioni Agone che dalla quarta di copertina non mostrano grande maestria editoriale...

Quanto a Onfray, capiamo in tutto l'articolo che solo una cosa lo preoccupa e in questa prospettiva potremmo capirlo: è la libertà, la straordinaria libertà di Jünger a qualsiasi età, in qualsiasi momento fino ai suoi ultimi giorni. Michel Onfray non capisce nulla della libertà di Jünger. Quindi non capendo nulla, vuole odiarla. Vuole dimostrare che è un sotterfugio. E Jünger ha impiegato mezzo secolo a plasmarlo.

Perché per Michel Onfray deve essere stato comunque lo sforzo di una vita. Che ci è voluto questo libro per essere smentito , come ammette. Possiamo solo ridere, Michel Onfray è un maker quando vuole. E ci prende per le zucche. Chi crederà per un solo secondo di aver mai amato Jünger? Se Onfray dice di amare Jünger, è perché si sta mettendo in mostra. Ha un bell'aspetto. Tiene duro. Lui intende. Io sono. Penso. Ampiezza mentale. Ecumenismo. Introspezione. Mente critica. Tolleranza di nuovo. Tolleranza sempre. Buona coscienza. Sì, è più di questo. Michel Onfray potrà passare diverse vite cancellandone le tracce, sarà facile riesumare tutte le volte che ha finto.

Peccato, Michel Onfray sa anche dire certe cose che non appartengono al suo clan, al suo campo, alla sua famiglia politica. A volte sa come scivolare attraverso le crepe e riconoscere l'onestà nei suoi avversari. Ma deve sempre lasciarsi andare, deve sempre rannicchiarsi, mediare per ingannare… Tanto casino. È difficile capire come Michel Onfray possa trovare un qualche interesse per il piccolissimo libro di Michel Vanoosthuyse… L'impressione che si ha è equivalente a quella di un bel cane con i capelli lucenti che si rotolano nel fango.


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