È difficile capire nel nostro tempo dove regna l'individualismo che l'atto di prendersi la colpa che non si pensa a se stessi, che si pensa all'altro, ma che necessariamente è anche a se stessi, necessariamente, perché l'ho già commesso tipo di colpa per azione o omissione, questa colpa non mi è ignota, l'azione di avallare la colpa che, anche se non è di se stessi, potrebbe dover essere, quindi per avallare la possibilità dell'esposizione della mia debolezza, una momento di intensa e prodigiosa umiltà, trasgredisce me stesso e lo obbliga ad uscire dal suo conforto; questo gesto provoca, senza che io lo richiami o lo cerchi, l'attraversamento della membrana che mi separa da un altro in me che ancora non conosco, un altro che sorpassa la mia natura, può essere un altro prestatore-naturale , la trasfigurazione che mi permette di diventare più di me stesso.
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